Centoquattordicesima puntata 01/01/2013

Vecchie e nuove glorie sull'augurale ascensione al monte Senario.

 

 

Chi nell'Empolitour vive o compare

sa che quando si cambia il calendario

non sol deve l'odometro azzerare,

ma pur segnar come atto prioritario,

più importante del sonno o dell'altare,

l'ascesa alla montagna del Senario:

un raro evento dell'età moderna

che incombe in data fissa e sempiterna.

 

All'otto e mezzo d'ogni Capodanno

Caparrin con il gelo o con la brina

aspetta i pochi adepti che verranno.

"Quest'è proprio la tipica mattina

in cui i normali sotto coltre stanno."

Pensa mentre già l'ora s'avvicina.

"Ma sento fuori un bel batter di denti,

orsù vediamo quei che son presenti."

 

"Per lo stupor le sopracciglia aggrotto."

Prosegue Caparrin quando s'affaccia.

"Vedo Cordero e il redivivo Alotto.

Parecchi, vedo, sfidan, l'aria ghiaccia:

Chiarugi che digrigna e non fa motto,

Carlon Rinaldi col livor in faccia,

Bertelli, Nucci e l'inclito Cocchetti,

Salani ed il sessuoman Menichetti.

 

C'è Pelagotti, e ben lo si conosce,

ma è corso a indispensabili rimedi

perché s'era scordato le calosce,

ed oggi, più di giubbe o di corredi,

più di polpacci ben torniti o cosce

importanti saranno mani e piedi.

Pur io, tant'è, che del calor son schivo

ho gli scaldini col carbone attivo."

 

Li indossava, ed è giusto che s'aggiunga,

sol perché li trovò in una rivista,

ma è un fatto strano che la dice lunga:

se Caparrin ricorre a tal conquista,

una stufa con debita prolunga

ci vorrebbe per un normal ciclista.

Chiarugi che nel freddo si prosciuga

prova il tepore di un'inane fuga.

 

Uomo non c'è per strada e nemmen orso

e a Montelupo il gruppo già rassega,

ma nessun vuol scorciare il gran percorso.

Sol uno cento metri pria s'aggrega,

poi fora e se ne va senza rimorso.

Il presidente così ce lo spiega:

"È un tizio che vuol esser tesserato

e di riduzionismo ha già il primato."

 

Biascican qualche raro vocalizzo

e il faro sulla strada per Firenze

è il naso di Carlon bello rubizzo.

Sospese nell'algor son le coscienze,

e agli scaldini chiede l'indennizzo

Caparrin che non sente lor presenze.

Carlon ricorda d'essere il più vecchio

e rosso ha il naso e pur il destro orecchio.

 

Firenze passa insolita e deserta

e forse chiederansi i pochi desti

perché il monte Senario li diverta,

ciclisti infreddoliti come questi.

E la risposta è tempestiva e certa

quando il duca proclama senza gesti:

"Signori inizia qui il Senario monte!"

Come se si varcasse l'Acheronte.

 

Non che sia un'erta da chiamarsi inferno,

ma pedalando scalda i corpi e i cuori,

poco per far dimenticar l'inverno

ma abbastanza per sollevar gli umori.

"Menichetti è con noi, se ben discerno."

Preconizza Carlon ai corridori.

"Dirà tra poco col suo eloquio fine

quante donne ha trombato alle Caldine."

 

Così con burle e rinfrancate voci

arrivan senza scatti né distacchi

alla parziale vetta delle Croci.

Col passo van dei fraticelli fiacchi

o dei raccoglitor di ghiande o noci.

Compatti come schiera di cosacchi

vogliono profanare quel convento

giocando a gara di chi va più lento.

 

Alotto vince in coppia con Rinaldi

mentre gli altri ammirando il panorama

sperano invano di rimaner caldi.

Per quanto religiosa sia la trama

ed i ciclisti vigorosi e baldi,

per qualcun la fatica è stata grama.

Pelagotti la paga a caro prezzo

confondendo il Mugello con Arezzo.

 

"Ma si consoli il fiacco pellegrino.

Sosta augural convien che a tutti tocchi"

sostiene Caparrin "a Pratolino."

Si danno quindi gli ultimi ritocchi

per prepararsi a chissà qual festino

nel bar famoso di Marisa Zocchi,

dove il noto ciclista Guido Boni

vale più di spumanti e panettoni.

 

In un tugurio con tre videogiochi

i ciclisti salutan l'anno nuovo

col sudor diaccio che li ha resi fiochi.

Sembra di biscazzieri un freddo covo

ma d'epico ciclismo mostra fuochi.

Con Boni il duca parlerebbe ab ovo

fra un pandoro e un caffè di Magni e Coppi,

ma è mezzodì e i chilometri son troppi.

 

Caparrin nella gelida discesa

addita anche il percorso del mondiale

di cui Firenze è già in trepida attesa.

Si fa per dir, ma ricordarlo vale.

Anche all'Empolitour quest'anno pesa

con altri sani colpi di pedale:

compie vent'anni nel duemilatredici

e bisogno non ha di cure e medici.