Cinquantunesima puntata 11/03/2007

Se prima eravamo in due a pedalar con l’Empolitour. Caparrini raccoglie una moltitudine di seguaci e alla fine ci guadagna.

 

“Adelante compagno con giudizio.

Noi siam venuti al loco ov’io t’ho detto

che tu vedrai ciclisti adusi al vizio.

Sull’Internet di loro gesta ho letto

e per il nostro ardore nutritizio

il gruppo sembra a me più che perfetto.

Noi siam venuti, è bene dirlo, apposta

per presenziare alla lor sacra sosta.

 

Quest’è Via Baccio e quello che torreggia

è certamente il duca Caparrini,

rinomato pastor di tanta greggia.

Buongiorno, siam due miti pellegrini

e se il vostro giudizio non ci osteggia,

vogliam unire i nostri due destini

ed essere di voi lieti compagni

nella sontuosa e nota Sosta Pagni.”

 

Accolse Caparrini i due viandanti

e dai pedali li squadrò alle chiome.

Curiosi furon pure gli altri fanti

ma nessun chiese lor perché o percome,

come se dagli sguardi interroganti

potessero carpire il loro nome.

Conobber sol le lor diverse cappe

con la scritta Adelante sulle chiappe,

 

ma serpeggiava già nel gruppo folto

l’ipotesi sui nuovi due compari

che il lor destin non differisse molto

da quello d’altri principianti ignari,

venuti al varo col sorriso in volto

e sottoposti poi a supplizi amari.

Molte menti perciò furon indotte

a pregustar non una ma due botte.

 

C’è Muritan, per dir cose già conte,

c’è Pucci che ancor porta scritta addosso

la prima botta a Casore del Monte,

e torna il Conte Zio, saldato l’osso,

lui ch’esordì quando non era conte

con una vera botta dentro un fosso.

“Orsù partiam ché son venti alle nove,

per Casore a veder le botte nuove.”

 

Il presidente rimirò contento

il gruppon che saliva a San Baronto.

“Son quindici però mi sembran cento.

Del numero di certo non m’adonto

ma mi pare che s’alzi insieme al vento:

cresce ogni volta che rifaccio il conto.”

S’era infatti accodata ai due Adelante

una grossa appendice pedalante.

 

Fra Gumasio, Pasquali e Sovigliana

c’eran più eterodossi che sociali.

“Li avrà portati qui la tramontana.”

Pensava Caparrini sui pedali.

“Ma prima di riscender nella piana

li vedremo migrar per altri scali.”

E invece ne vedremo delle belle

perché migrò soltanto Bagnol Elle.

 

Degli ospiti la tacita presenza

si capiva varcando vari incroci

che non era una mera coincidenza.

Né però si capiva dalle voci,

né dalla loro fisica apparenza

se fosse carne da supplizi atroci.

Ma scalaron il Casore decisi

con il cipiglio di chi non va in crisi.

 

La salita, com’è di suo costume,

fu clemente col debole e col forte

e trattò bene anche il ciclista implume.

Ma la sosta che apriva le sue porte

ad adepti mai visti in tanto lume,

confermò ch’era quella la lor sorte,

perché nessuno si poté sottrarre

dal turbamento mistico nel barre.

 

L’ampio cortile consentì l’attracco

di tante bici, e Caparrin s’accorse

che ne mancavan due con grande smacco.

“Dove son gli Adelante?” Disse “Forse

indietro son tornati od han distacco

perché le bici in fallo son incorse.”

E mentre si poneva tal dilemma

li vide comparir con molta flemma.

 

“Ecco la Sosta Pagni!” Disse il primo.

“Siamo redenti!” Ripetè il secondo.

E senza indugio nel locale opimo

si fiondaron col viso rubicondo,

asperso di sudor degno di limo

ma veramente estatico e giocondo.

E il barista fu fiero testimone

della loro raggiante redenzione.

 

Quel giorno infatti più caffè vendette

di quello destinato agli abitanti,

e pur le paste ch’eran diciassette.

Un Adelante allor si fece avanti

e come giocatore che scommette

tirò fuori un bel mazzo di contanti.

“D’onor e d’emozion il cor allago

e di mie tasche tutto il conto pago!”

 

A quest’affermazione perentoria

Caparrin pose imperturbabil quiete,

privandosi dell’arte divisoria

che lo costringe a raccattar monete.

“Siete promossi” disse “a maggior gloria

e mia benedizion futura avete.

Siete invitati a giri più onerosi

pure col rischio di vedervi esplosi.”

 

Il ballo di novizi finì bene,

e pure se nessuno venne cotto

il ritorno si tinse d’altre pene,

fra clacson, buche, incagli e raggio rotto,

e il vento che soffiando nelle schiene

spingeva tanta folla a fare il botto.

Perciò se ancor qualcuno ci leggesse,

che cerchi redenzione in altre messe.