Settantunesima puntata 25/04/2009

Alla festa dei novizi e dei redivivi si narra del curioso caso del ciclista marsupiale.

 

L’Empolitour è squadra molto aperta

che pedala senz’ansie e pregiuduzi

verso meta prevista e sempre certa,

e accoglie i redivivi ed i novizi

con la speranza che sia lor offerta

una bella giornata di supplizi.

Gli assidui si conoscon troppo bene

e nessun vuole più patire pene.

 

Immaginate dunque la goduria

che sordida si sparse tra i ciclsti

pronti alla pugna a guisa di centuria.

“Quei due dissimili chi l’ha mai visti?

Chi son costoro dalla veste spuria?

Convien che senza indugio li intervisti”

Mormorò la socievole Bertelli

ignorando i risorti Pucci e Lelli.

 

“Io non so chi voi siate, né in che modo

venuti siete qua, ma fiorentini

sembrate veramente quando v’odo.

Sapete già che quello è Caparrini

e che qui si pedala senza lodo

ma con prestabiliti e dolci fini.

Perché salita dura sarà imposta,

però men dura della lunga sosta.”

 

Di lor nessun osò saper il nome,

né se il cavo dei caschi nascondesse

teste pelate oppure folte chiome.

Ma c’è chi ricordò storie pregresse,

quando alcuni venuti chissà come

ci regalaron botte ben espresse.

Di questi esplosi molti son scomparsi

ma alcuni son tornati ad immolarsi.

 

La nostra musa che coi versi strazia,

scrutava i nuovi, i vecchi e i ritornati

e subdola pensava: “Troppa grazia!

Oggi vedo un bel po’ di candidati

all’aurea botta che m’onora e sazia

su quell’erta che va da fagno a Grati:

Pucci, Lelli, Maltinti e Bagnol Elle

già di per sé son letterarie stelle.”

 

Dei due novizi quello più elegante

aveva il fior di Guru sulla schiena

e gambe glabre di color raggiante.

Era però quell’altro a prender scena

con abito vetusto e svolazzante,

neri occhialin con montatura amena

ed enorme marsupio a due scomparti

ballonzolante tra l’addome e gli arti.

 

Li studiavan con critica e confronto.

“Guru” pensavan “osso duro pare,

ma il marsupiale scoppia a San Baronto.”

La musa preparava già l’altare,

quando a Fornello come primo acconto

i due cominciano ad accelerare

e con foga, con Nucci e con Tempesta

varcano il colle nettamente in testa.

 

Questo di ricco pasto è sol l’assaggio

e non c’è chi nel gruppo allor s’offenda

per questo imprevedibile arrembaggio.

“Convien” pensavan tutti “fare ammenda

e constatar che ha forza e gran coraggio

pur colla borsa sopra le pudenda.

Vediamo se otterrà un ugual guadagno

sull’erta dura e incognita di Fagno.”

 

Il gruppo naviga senza scossoni

controbattendo con equilibrismo

un’impervia corrente di pedoni.

Il naufragar nel mare del podismo

prelude a complicate situazioni

d’incontrollato indugio e tatticsmo.

Ma per rima e dover rompe gli indugi

scorciando strada il perfido Chiarugi.

 

Così si trova in testa rallentando,

e sentendo l’odor della salita

prima di Giampierone prende l’ando.

Il gruppo intanto mormora ed addita

il fuggiasco che medita al comando

e pochi prodi ad inseguirlo invita.

Sol Nucci e Zio però con lena e orgoglio

raggiungono l’autor di tanto imbroglio.

 

Chi si aspettava Guru e il marsupiale

deluso è da quest’ordine d’arrivo

per il qual tanto scrivere non vale.

La lunga attesa dei restanti scrivo,

perché sarebbe cosa assai gioviale

che qualcun arrivasse men che vivo.

A Grati già c’è chi scommette e allotta

su chi farà tanto bramata botta.

 

“Stradina questa è ripida, ed inganna”

dice Zio che ansimando l’ha percorsa

“e i baldanzosi pungola e condanna.”

Fra quelli candidati a tanta morsa

il pronostico invero non s’affanna

sul ciclista novello con la borsa.

Arriva già lo scarso Bagnol Effe

e pur Guru potrebbe subir beffe.

 

La musa intanto attende con sogghigno,

ma il destino dei prodighi esordienti

tutto sommato è salubre e benigno.

Non sembran né giulivi, né scontenti

l’anatroccolo e l’elegante cigno,

e i versi su di lor sono indulgenti.

Rinfrancati dall’evitato scorno

potrebbero, chissà, pur far ritorno.

 

La puntata così alla meno peggio

potrebbe qui finir tediosa e stanca,

se il duca dopo un’ora di conteggio

tosto non s’accorgesse ch’uno manca:

colui che un dì nel pubblico dileggio

sul Callaro posò la gamba stanca.

Lanciati son così accorati appelli

per sapere che fine ha fatto Lelli.